di Andrea Patroni Griffi*.
Roma, 28 Maggio 2019 – Se prediamo le elezioni europee per quel che realmente sono, ovvero la distribuzione dei seggi nell’europarlamento, la lettura del voto in fine dei conti è chiara.
L’Europa unita comunque vince. I nazionalisti anti UE no.
E’ vero che le due principali e tradizionali forze politiche, popolari e socialisti, hanno avuto un calo, perso alcuni seggi e soprattutto la maggioranza assoluta. Ma i partiti anti UE hanno avuto una modesta affermazione, nonostante l’importante consenso avuto in Italia, Francia e Regno Unito, i cui parlamentari peraltro cesseranno dall’incarico al momento della Brexit.
Lo spostamento dell’Europa che conta ha quindi due nuove strade, non necessariamente alternative che si chiamano Alde e Verdi. E’ anche questa invero una prospettiva di cambiamento del futuro dell’Unione, nella quale però l’Italia ne esce indebolita e rischia l’isolamento. Conta meno tra i socialisti, nonostante il dato del PD non sia negativo; meno ancora tra i popolari con Forza Italia che drena voti a favore di forze anti UE.
Un Parlamento europeo così diviso e divisivo potrà portare a un’inedita “centralità europarlamentare” nel rapporto con la commissione, il cui iter di formazione non sarà semplice e potrà vedere delle sorprese a favore di chi sarà in grado di giocare meglio le proprie carte.
Sul piano interno, il voto è molto fluido, come già dimostrato dal 40% del PD renziano alle precedenti europee, e gli scenari cambiano repentinamente.
Il governo italiano rischia di essere sempre più conflittuale mentre dovrebbe trovare ragioni di unità, se intende andare avanti; sa di non avere sponde europee per politiche di indebitamento, che invero non avrebbe avuto neppure in caso di vittoria dei sovranisti. Il PD di Zingaretti è troppo timido e deve ancora sciogliere i suoi nodi. Berlusconi deve trovare invece il suo successore, posto che non lo siano già, a sua insaputa, Salvini e Meloni, che hanno dato una chiara voce di destra ai suoi passati elettori.
Si gioca, nei prossimi anni, in Italia e in Europa una partita decisiva, forse l’ultima in cui difendersi dalle mire egemoniche di Trump, Putin e Cina, i veri pericoli per la sovranità nazionale e per l’UE. Non capirlo sarebbe questo sì un tradimento della Patria, anche europea.
* Prof. Andrea Patroni Griffi, Costituzionalista