di Valerio Chiusano
Questa mattina in piazza del Gesù, a Napoli, dalle ore 10 alle 13, si è tenuta la manifestazione dei lavoratori dello spettacolo, pronti ad esprimere il proprio disagio sulla forte crisi in cui versa la categoria, fortemente danneggiata dai provvedimenti dell’ultimo Dpcm.
I manifestanti hanno chiesto alla Regione Campania e al governo risorse per superare l’emergenza insieme ad ammortizzatori e tutele per i lavoratori del settore.
Il governo dovrà tenere conto non solo del momento di crisi del mondo dello spettacolo dal punto di vista economico, ma anche del valore intrinseco delle cultura veicolata attraverso il teatro che deve essere protetta, così come fu per la città di Atene durante il governo di Pericle.
Il valore storico delle arti visive
Durante il governo di Pericle (V sec a.c.), Atene conobbe il massimo periodo di fioritura culturale. Il governo ateniese stanziò un fondo chiamato “theōrikón”, ovvero un capitale statale elargito alle classi più povere per recarsi a teatro e assistere agli spettacoli.
Il teatro ricopriva un duplice compito: educare e spingere alla riflessione sulle emozioni umane.
L’aspetto principale era la capacità di creare una simbiosi tra attori e spettatori, questi ultimi vivevano un’esperienza emotiva unica in grado di sviluppare il fenomeno della “catarsi”, ovvero la purificazione dell’anima dalle negatività.
Il periodo storico attuale è complesso e difficile a causa del Covid che sta mettendo in ginocchio l’economia nazionale e un intero popolo, ma bisogna fare il possibile per preservare la cultura, barlume e sostegno per l’anima.