Il 2022 ha portato oltre 5.600.000 transazioni di car sharing in Italia. Questo ha segnato la ripartenza di un settore che ha affrontato un periodo di crisi e difficoltà nel corso degli ultimi anni.
Nel 2019, erano stati effettuati 13 milioni di noleggi. Ma la pandemia e l'”anno dell’im_mobilità in Italia (e nel mondo)”, come definito dall’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility nel 2020, hanno portato ad un netto declino del settore. Anche in termini di flotta e veicoli disponibili.
Tuttavia, recentemente il bilancio complessivo è tornato ad aumentare (+3,1%), anche se i numeri sono ancora lontani da quelli pre-Covid. Nonostante ciò, le prospettive future indicano una continuazione di questa tendenza positiva, anche se rimangono molte incognite. Vediamo quali sono le principali.
I numeri in risalita del car sharing
Negli ultimi mesi, non sono state registrate variazioni nel numero degli iscritti al servizio di car sharing. Con quasi 2,5 milioni di utenti secondo i dati pubblicati da Aniasa. Tuttavia, la flotta attiva si è ridotta dai 6.500 veicoli del 2018 ai 3.600 attuali, di cui l’80% concentrato principalmente a Milano e Roma.
Le due città fanno parte delle nove città italiane che si sono impegnate a raggiungere le zero emissioni entro il 2030. Insieme a Bergamo, Bologna, Firenze, Padova, Parma, Prato e Torino. È per questo motivo che le flotte sono sempre più ecologiche, composte principalmente da veicoli elettrici o ibridi. Ognuna con le rispettive amministrazioni locali che puntano sul car sharing come mezzo per ridurre il numero di auto private in circolazione.
Alberto Viano, presidente di Aniasa, sostiene che attualmente l’aspetto economico del servizio è un problema sia per i piccoli che per i grandi operatori. E che manca una politica più lungimirante e responsabile da parte delle istituzioni e delle amministrazioni locali delle grandi città.
Nonostante ciò, afferma Viano, il settore del car sharing ha un potenziale positivo in termini di decongestionamento del traffico e riduzione delle emissioni. Ma spesso viene accompagnato da oneri amministrativi e gestionali pesanti. Pertanto, sebbene le prospettive a medio e lungo termine rimangano ottimistiche, gli operatori del settore avanzano richieste specifiche affinché il settore possa continuare a crescere.
Viano conclude dicendo che è necessario un maggiore supporto da parte delle amministrazioni locali, creando sinergie con gli operatori per promuovere un’attività che ha un interesse pubblico evidente.
Gli ultimi dati estivi
Durante un’estate caratterizzata da un turismo da record in Italia, con una crescita a doppia cifra rispetto al 2022, anche il settore del car sharing sembra aver tratto vantaggio da questa situazione. Nonostante i dati definitivi relativi alla stagione estiva e all’anno intero non siano ancora disponibili, è importante evidenziare i numeri positivi che riguardano la sharing mobility nel suo complesso.
Negli ultimi anni, i giovani in particolare hanno dimostrato un interesse sempre maggiore verso alternative più tradizionali, come i mezzi pubblici, ma anche verso il bike sharing, lo scooter sharing e l’utilizzo di monopattini in condivisione.
Tuttavia, resta da vedere come l’arresto di questa forma di mobilità, deciso dal sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, in seguito a un referendum, influirà sulla situazione anche in Italia. Nel caso del car sharing, gli utenti interessati a questo servizio preferiscono percorrere distanze che non superano i 3 chilometri, a differenza degli utenti di altre forme di sharing mobility che coprono mediamente 13 chilometri di percorrenza.
Inoltre, secondo i dati di Aniasa, il settore del car sharing è più popolare tra le fasce di età più anziane, con un significativo aumento del numero di utenti sopra i 55 anni, mentre i giovani sotto i 35 anni rappresentano meno della metà degli utenti totali. I rappresentanti dell’Osservatorio nazionale sharing mobility evidenziano che veicoli più compatti e leggeri sono la soluzione ideale per trasferimenti limitati al perimetro urbano.