martedì, Dicembre 5, 2023
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Turismo 2023: questo sarà un anno da record per l’Italia

Secondo i primi dati dell’Istat relativi al bimestre gennaio-febbraio, il turismo 2023 in Italia potrebbe raggiungere quest’anno un record storico. Sebbene si tratti di dati provvisori, sembra che il settore sia in definitiva ripresa.

Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le presenze complessive sono aumentate del +45,5%, con una crescita significativa sia dei visitatori stranieri (+70,5%) sia delle presenze domestiche (+28,8%).

Analizzando i dati in modo più dettagliato, si nota che le presenze degli italiani sono aumentate del +4,8%, mentre quelle straniere del +3,5% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Se questa tendenza dovesse continuare nei prossimi mesi, il turismo italiano potrebbe registrare il pieno recupero, se non addirittura superare i livelli pre-pandemici.

La bellezza tipica del territorio attira i turisti

L’Istat ha sviluppato lo scorso anno una rappresentazione statistica dei “Brand turistici territoriali”, ovvero luoghi caratterizzati da un contesto turistico tipico e comunemente riconoscibile nell’immaginario collettivo per la loro forte caratterizzazione paesaggistica e culturale.

Questo strumento ha permesso di mettere in luce come le diverse destinazioni abbiano espresso performance e capacità di recupero differenti dalla crisi generata dall’emergenza sanitaria.

Dall’analisi dei dati relativi a 21 “Brand turistici” individuati, si è potuto osservare come la “riconoscibilità” di un territorio abbia favorito la ripresa dell’attività turistica, determinando spesso risultati migliori della media nazionale.

Nel 2022, tutte le aree osservate hanno registrato un incremento dei flussi turistici rispetto al 2021 e oltre la metà di esse (13 su 21) hanno avuto presenze turistiche superiori o comunque in linea con quelle pre-pandemia.

In particolare, il Lago di Garda, la Valle d’Itria, le Langhe e il Roero, le Cinque Terre, il Salento, la Maremma toscana e laziale, la Val Gardena, il Lago Maggiore e il Gargano e le Isole Tremiti hanno registrato incrementi tra i 2 e i 6 punti percentuali rispetto al 2019, posizionandosi su livelli superiori a quelli pre-pandemia.

Territori come la Riviera dei fiori, la Val di Fassa e Val di Fiemme, il Lago di Como e la Val Pusteria hanno confermato sostanzialmente i flussi turistici registrati nel 2019.

Anche le aree che ancora soffrono il contraccolpo della pandemia, come la Gallura e Costa Smeralda, la Costiera Amalfitana, il Chianti, la Costiera Sorrentina e Capri, hanno registrato tassi di crescita superiori alla media nazionale rispetto al 2021.

Turismo 2023 in Italia: borghi e montagne sono rivalutati

Tra i comuni che hanno registrato maggiori incrementi rispetto al 2021, troviamo quelli con una vocazione montana e con turismo termale, con un aumento rispettivamente del 46,8% e del 43,2%.

Anche i comuni che presentano una forte vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica mostrano presenze allineate alla media nazionale, con un aumento del 39,3%. Gli incrementi sono stati più contenuti nei comuni con due o più vocazioni culturali (+33,3%), in quelli del turismo lacuale (+29,7%) e nelle città con vocazione marittima (+21,1%).

Inoltre, un segmento turistico di particolare interesse, anche per scelte turistiche più sostenibili, è quello dei borghi. I circa 350 “Borghi più Belli d’Italia” (con 14 nuove aggiunte) rappresentano il 6,1% della superficie totale nazionale e ospitano il 2,4% della popolazione italiana.

La performance turistica di queste realtà territoriali è risultata nettamente migliore della media nazionale, con un aumento del 13,7% di visitatori rispetto al 2019, superando quindi i livelli pre-pandemici.

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