Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, insieme al ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, al coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, Giuseppe Pecoraro e al presidente della Federazione italiana giuoco calcio, Gabriele Gravina, ha firmato una dichiarazione d’intenti per la lotta contro l’antisemitismo nel calcio dopo alcuni cori antisemiti allo stadio.
La novità più eclatante in essa contenuta prevede che in caso di cori, atti ed espressioni di stampo antisemita, le competizioni calcistiche verranno immediatamente interrotte. In questo modo hanno cominicato al pubblico presente i motivi dell’interruzione tramite appositi annunci effettuati a mezzo di altoparlanti e display.
Secondo Piantedosi, l’obiettivo di questa iniziativa da tempo attesa è dissolvere il dubbio circa l’eventuale resistenza o refrattarietà del mondo dello sport su questi temi. Nel documento firmato, viene recepita a livello di codice etico la definizione internazionale di antisemitismo ma soprattutto sono previste una serie di misure applicative.
Tra queste il divieto dell’uso del numero 88 sulle maglie, il no a simboli neonazisti e antisemiti. L’interruzione delle partite in presenza di cori discriminatori e altre manifestazioni di razzismo, nonché l’obbligo di sedere al posto segnato sul biglietto.
Cori antisemiti inaccettabili nel 2023
Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, ha definito questa firma come una tappa di transito di un percorso applicativo, che rappresenta una testimonianza ma anche un’esperienza sull’impegno che vogliono garantire. Secondo Abodi, i contenuti della dichiarazione li impegnano moralmente e non solo, e sono esaustivi circa il salto culturale che vogliono compiere.
“Siamo convinti che questa firma porterà ad altre collaborazioni interistituzionali, a partire dalla scuola”, ha continuato. “Siamo convinti che all’interno dell’ambiente sportivo riusciremo a diffondere questo messaggio”. Abodi ha sottolineato che tutti gli attori del mondo del calcio e dello sport sono allineati sul messaggio che vogliono trasmettere e che lo stesso ragionamento sarà esteso anche agli altri organismi sportivi.
Giuseppe Pecoraro ha espresso la sua opinione sulla dichiarazione, affermando che è un documento diverso dal solito che può produrre grandi risultati. Pecoraro ha espresso l’auspicio che questi risultati trovino adeguata applicazione da parte delle società di calcio e che se ne comprenda a fondo lo spirito per evitare situazioni che possano avere ricadute di ordine pubblico. “Basta con le litanie di condanna”, ha dichiarato. “È il momento di passare ad argomenti concreti”.
Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha concluso che vogliono “dare un calcio al razzismo” come recita lo slogan. Ha voluto ringraziare il governo e il mondo del calcio per un impegno che non era scontato e ha sottolineato che rappresenta un segnale importante che un movimento calcistico prestigioso come quello italiano dia anche a livello internazionale.